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#GIORNATADELLATERRA

L’Earth day è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuovere la sua salvaguardia. 

Promotori di questa iniziativa, nata con l’obiettivo di istruire e sensibilizzare il maggior numero di persone possibili sui problemi ambientali, sono stati gli Stati Uniti. Le prime manifestazioni si ebbero a San Francisco, erano gli universitari a scendere in piazza e a protestare, erano gli anni ’60 e in quel periodo gli argomenti di piazza erano soprattutto di carattere politico, ma era evidente a tutti che il tema ambientale doveva essere un argomento principe, già allora, di tutte le discussioni.

La prima giornata della Terra si celebrò il 22 aprile 1970, l’allora Senatore Gaylord Nelson appoggiò questa straordinaria manifestazione riuscendo a coinvolgere anche personaggi illustri, come il presidente John Fitzgerald Kennedy. Il successo di questa celebrazione fu preceduto da un disastro ambientale che calamitò l’attenzione dei media statunitensi e di buona parte della popolazione sul tema: nel 1969 si ebbe la prima grande fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil sulle coste di Santa Barbara (la seconda, purtroppo, è recente, maggio 2015).

Da allora ogni anno miliardi di persone, sparse nei 192 Paesi che aderiscono, celebrano il meraviglioso pianeta in cui abitiamo. La manifestazione e le azioni singole e collettive nascono pe imparare ogni anno qualcosa di nuovo ed importante per aiutare il nostro pianeta a respirare meglio.

Il calo notevole di emissioni di CO2 in questo lungo periodo di quarantena mondiale, sta riportando alcuni equilibri. Dobbiamo prendere il bene da ogni situazione, è un obbligo morale ed un merito di cui non ci dobbiamo mai stancare. Le immagini che tutti noi possiamo osservare dal satellite, ci mostrano un’atmosfera decisamente migliorata.

Nelle nostre città la fauna torna a vivere i suoi spazi: delfini nei porti, pesci tra i canali di Venezia, conigli nei parchi pubblici di Milano, cervi nelle piscine private in montagna, e così poco rumore intorno, da lasciare che ogni volatile dedichi al vento il suo canto d’amore. 

In questa giornata della terra non ci resta che ricordarci #Sempre che siamo tutti insieme una enorme collettività, e che se #FaiBene tu, #Spesso facciamo bene a tutti.

-CO₂ + Aria Pulita

Le nuove generazioni conoscono la formula giusta per un mondo migliore:

-CO₂ + Aria Pulita.

Comprami Fai Bene anche tu

Le nuove generazioni sono consapevoli e attente a tutti i valori della sostenibilità. La classe nata dagli anni Ottanta ai primi del Duemila è portatrice di una nuova filosofia di vita, in pratica i giovani (sì i giovani, qualcosa da ridire?) tra i 18 e i 36 anni sono consumatori critici e informati, sensibili agli aspetti della sostenibilità ambientale e sociale, attenti alla personalizzazione dei prodotti e diffidenti verso l’omologazione di qualsiasi stile.

Cercano quindi un’originalità distintiva che rientri comunque nell’ordine del rispetto della natura. Sono, come tutte le nuove generazioni, rivoluzionarie, anticonformiste, hanno idee forti e pensano che lo sviluppo della propria personalità debba passare attraverso il sempre verde scontro generazionale. Non dobbiamo quindi temere niente, è il vento che gira e fa il suo percorso.

I Millennials hanno inventato start up, sognano un futuro migliore, una vita più rispettosa per l’ambiente e per il senso sociale.

Quello che li differenzia dai predecessori, tutti sono stati un tempo giovani, è la facilità con cui circolano idee ed opinioni, l’abbondanza dei mezzi di comunicazione che hanno a disposizione e l’immediatezza nella diffusione.

Le innovazioni in campo della tecnologia crescono in terre fertili di cui non si vede il confine, lo spazio per poter comunicare “green” è così ampio da esserci posto per tutti. E chi ha le competenze per suggerire soluzioni innovative è il benvenuto.

Inoltre, questa è la generazione che ha riscoperto come le vecchie tradizioni, quelle dei nonni per intendersi, fossero rispettose dell’ambiente, e come necessitano oggi di essere riportate alla luce: bicicletta, nuovi contadini, gli acquisti in fattoria, riempire i vuoti di latte e acqua, andare ai mercati locali e appropriarsi del riuso. Non sono novità del genere umano, sono solo rimembranze attualizzate di tempi non troppo lontani.

Sono consumatori informati e consapevoli che conoscono perfettamente tutte le tecniche della comunicazione, e non si lesinano ad utilizzarla, hanno attenzioni che si riflettono nel loro vivere quotidiano: sono attenti all’ambiente, sono aperti ad altre culture, protezionisti delle tradizioni a loro limitrofe, e sono naturalmente abitanti dell’Europa (sono coloro che meglio incarnano il risultato della cultura dell’Erasmus).

Che cosa possono fare le Nuove Generazioni per l’ambiente, e quindi per tutti noi? Sanno che all’interno del loro carrello non ci sono solo prodotti che soddisfano esigenze fisiche quotidiane, ma sono acquisti consapevoli e studiati.

Il loro quotidiano tende a rispettare queste semplici regole:

  • Chilometro zero
  • Economia circolare
  • Riciclaggio
  • Compostaggio
  • Cibo stagionale
  • Cultura
  • Lettura
  • Conoscenza

Parliamo con loro, la conoscenza delle #NuoveGenerazioni è quanto mai dovuto. #LeggimiSpesso e ne potrai sapere #Sempre qualcosa di più.

Nuove generazioni, ecologici dentro.

Le nuove generazioni hanno un’attenzione differente per l’ambiente.

Abitano il pianeta con rispetto e mettono in pratica atteggiamenti sostenibili in modo naturale, e conoscono il valore profondo del rispetto per il pianeta. I suggerimenti di questo articolo, appartengono a loro. Impariamo dalle nuove generazioni.

#FaiBene ad adottare un nuovo comportamento quotidiano, sostenibile.

  1. Si fa presto a dire risparmio energetico, ma ad esempio: lo sai che se metti il telefono in carica in modalità aereo risparmi energia e il cellulare si ricarica in meno tempo?
  2. L’acqua è un bene prezioso e non deve mai essere dato per scontato. Puoi bere quella del rubinetto, le Farmacie collaborano laboratori che possono analizzare l’acqua di casa tua. Nel caso in cui non fosse il caso cerca le fontane pubbliche. Ne stanno nascendo moltissime. Provaci.
  3. Anche sull’igiene personale ci sono svolte interessanti: lo shampoo secco è utilissimo, non inquina e puoi utilizzarlo fino a 60 lavaggi.
  4. Presta molta attenzione allo spreco del cibo. Controlla la scadenza, ricicla gli avanzi, al ristorante non vergognarti nel chiedere la doggy bag per i tuoi avanzi.
  5. Mezzi di trasporto. Riduci il più possibile l’utilizzo delle auto, prendi i mezzi pubblici, le auto condivise e per i più fortunati bicicletta.
  6. Differenziare con intelligenza aiuta a preservare l’ambiente.
  7. Prediligi cibi di stagione e una alimentazione prossima al Km 0.
  8. Attenzione a qualsiasi forma di spreco.
  9. Il ritorno ai vecchi santi, la shopping bag (oggetto iconico della nuova generazione) è un ritorno a quello che già esisteva prima della platica, così come il riutilizzo del vetro e della plastica nei punti vendita in cui è possibile “ricaricare” la merce necessaria.
  10. Comprami, Fai bene a te perché salvare il mondo rende felici.

Cucinare Km0: sostenibilità a tavola

Negli ultimi anni le comunicazioni attorno al cibo e a tutto il suo cosmo sono esplose: chef in cucina e chef in cantina, trattorie, ristoranti e bistrot. Cucina vegana, microbiotica, allergenica, vegetariana, fusion e molecolare. Insomma, a quanto pare ce n’è per tutti i gusti.

Ci sono poi periodi dell’anno in cui è obbligo ricercare le vecchie ricette della nonna, quelle che hanno il sapore e il profumo di casa. E sono proprio quelle preparazioni che rispecchiano quello che oggi è chiamato: “Km0”.

Il cavolo nero in tutte le sue declinazioni si mangia in inverno e la sua bontà è determinata anche dal gelo che prende nel campo, così come altri ortaggi a foglia larga tipici della stagione invernale. I risotti italiani sono famosi, non solo per la dote che abbiamo nell’utilizzare bene pochi ingredienti, e di saperli cucinare, ma anche per la straordinaria produzione che la nostra penisola vanta. L’Italia ha infatti il 51% delle risaie di Europa, ed alcuni specie di riso uniche al mondo quali: Arborio, Carnaroli e Vialone. E ancora, facciamo che sia di nuovo tradizione cucinare con prodotti che sono stati coltivati nelle vicinanze per evitargli lunghi percorsi. Se ne deteriora la naturale freschezza e il suo sapore autentico. Ad esempio se hai la fortuna di vivere vicino ad un porto, vai alla banchina e compra il pesce di stagione direttamente dai pescherecci. Aiuti così la tua salute e l’economia circolare della tua città.

Cucinare secondo quello che la tua terra dà, è in sintesi la struttura sulla quale si è basa la nostra cucina.

Riabbracciamo le vecchie tradizioni culinarie e cuciniamo sempre a Km0.

Dite qual è la vostra ricetta del cuore? E quando la cucinate dove porta la vostra memoria?

Comprami e tienimi con te nella tua cucina.

Sostenere la moda circolare

Quanti vestiti hai comprato quest’estate? Negozietti (come resistere ai colori moda estate 2019), souvenir (“La maglietta con scritta la località? Ma che pacchianità, non la comprerò mai… anche se per stare in casa…”), saldi (costa così poco che…) e tutte le buone scuse che noi tutti conosciamo per comprare, comprare e farlo ancora.

È stato stimato che una sola persona in media compra 26,7 Kg di vestiti all’anno, che un capo ha una vita media 3,5 anni e che solo l’1% del materiale è riciclato. Tanto per dare un’idea di che cifre stiamo parlando, è come se ogni minuto (nel mondo) un camion carico di vestiti venisse gettato in discarica.

L’economia circolare, termine nato nel 2014 da Anna Brisman, fa sì che i vestiti che non indossi più, seguendo delle regole, possano essere reimmessi nel mercato. Oggi il second hand non è solo di moda, ma è un sistema ecologico di guadagnare e di risparmiare, secondo il rapporto dei reseller californiani “Thred-up” il 72% dei consumatori sta dirottando la propria attenzione verso “l’usato garantito”, attualmente la spesa è di circa 21 miliardi di dollari, destinata ad arrivare fino a 51 miliardi entro il 2023.

Che cosa fare? Dunque partiamo dalla prima ed interessante parte: come svuotare l’armadio. Le regole sono quelle che ha dettato l’insuperabile Marie Kondo:

  1. Dedica almeno due ore per passare in rassegna il tuo armadio.
  2. Prepara alcune scatole o borse per smistare i tuoi vestiti.
  3. Tira tutto fuori dall’armadio e metti la tua musica preferita.
  4. Prendi in mano ogni singolo capo e decidi se: tenerlo, donarlo, venderlo.
  5. Non buttare via niente: se un vestito è macchiato o strappato, ricicla il tessuto.
  6. Modifica e adatta i vestiti che sono in una fase limbica: affidati ai consigli di una buona sarta.
  7. Seleziona i vestiti che non indossi più in base alla qualità del materiale con cui sono confezionati, poi decidi se modificare o vendere.
  8. Adesso: rimetti i vestiti “salvati” nell’armadio.
  9. Guardati attorno: sì hai alzato un sacco di polvere, ma hai #Comprami sempre con te che ti può aiutare.
  10. Vendi online i vestiti che non metti più, o guarda nella tua rubrica: hai sicuramente un’amica con un negozio in rete; con quello che guadagni compra altri capi second hand e partecipa anche tu alla moda circolare.